Delle mirachole di Roma prima della meta e dello chastello


 
    

 
Folio:  manuscript page



 
A lato a quello è un luogho, che si chiama Inferno.
 
I perciò che per anticho tenpo i quello luogho era una cava
 
e traeva grande guasta di gientte i Roma.
 
I quello luogho u nobile chavaliere
per diliberazione di Roma e per isposo delli suoi i dii
 
gitovisi dentro, andato nel fondo, fue richusa la terra,
 
e per quello fue dilibera Roma, perco si chia oferno là, dove tenpio Veste.

 
E giacieva vi uno draghone, sichome legiemo nella vita di Santo Salvestro.
 
E di quello luogho fue la vita di Santo Salvestro.
10 
E di quello luoogho è el seplucho di Paladis
 
e lo merchato di Ciesaro e tenpio Ianni,
 
lo quale vedea inanzi lo pricipio e la fine dell’anno,
 
sichome dicie in Vidio e in Fastis.
 
Ora si chiama la tore de Cercio Faiapape.

15 
Il tenpio di Nimerva chon uno archo e giuncho chonesso
 
ora si chiama Santo Lorenzo de Miranda.

 
A lato a quello tenpio è Asilia, là dov’ene Santo Tomaso,
 
di dietro fue tenpio Palacis e Lantone,
 
di sopra quello luogho fue tepio di Romolo.

20 
Dopo Santa Maria Nuova furono due tenpiora di Concordia e di Pieta.
 
A lato al archo di Sette Luci e Marii è il tenpio di Santo Alari.
 
Inperciò si chiama Chartolaria, inperciò che fu belpubecha puibicha,
 
delle quali xxviii ne furono i Roma.

 
E di sopra fue lo tennpio Paladis e Iunonis,
25 
là dove fue †…† osibuli d’oro, che Diomedes rende a Daneia.

 
Ifra lo palazo si ene in tenpio di Sato Giuliano,
 
in fronte dello parlagio si ene tenpio Solus.
 
E di quello luogho fue naschosta da queli atichi Acillia Cilesta.
 
chapo del palazo si ene tenpio Giovis, lo quale si vocha chasa maiore,
30 
là dov’ene Santo Ciesari, che fue Aghutorium di Ciesare.

 
Inanzi a quello era vochato tenpio Solis, che vi si dicieno Lusiora,
 
a lo simulacro, che stava i somitate de Chuliseio
 
e daveva in chapo una chorona d’oro.

 
Senpre fu tenpio Sole e Lune cantificho tenpio Fortune.
35 
Santa Balbina da gli antichi si vochava
 
mos Abiston, inperciò che in quello luogho si facieano albe stole patrorum,
 
e quello Abiston era uno chavalieri di lapide,
 
inperciò ch’una fiata s’accedeava e mai nossi stutava.

 

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