Edificazione di molti palazzi e tempi di Roma
Ancho è[n] in Roma nella ecclexia di Sancto Ioanne Lat-
terano
uno cavallo grando de
mettalo et fuxo <sic> ve uno
homo grando
schalzo, senza arme et senza sella. Et
dicono li grosi, che lo è lo
cavalo di Coustantino <sic>, ma
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non è vero. La verità è, che al tempo chc
<sic> Roma se regia
per consolli, un re molto possente dalle parte d’ Orien-
te vene in Italia et poxe oste a Roma da quella parte
de Laterano. El
quale re el populo di Roma afflisse de
molta bataglia. Et stando Roma in questo
male sta-
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to, uno homo molto forte et grande, che era in Roma,
disse a li Romani:
“Chi ve liberasse da questa tribula-
tione, che li firia datto dal senato?” Alora li fo risposto:
“Zo, che l’
domandasse.” El quale domandò xxxvi on-
ze d’oro et uno cavalo. Chusi facto per memoria, poi-
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ché avesse fornito suo promessa. Et disse a loro: “Leva-
reteve ne la meza note et statte armati et farete que-
lo ch’ io ve dirò.” Et essendo chussi facto, questo forte
huomo sallì
suxo uno chavallo chorente senza sel-
la et tolse una falza, come andasse a fare erba, come
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più fiate avia
facto in prima, quando avixo quello,
che volia fare. Et andando chussi, vide
venire el re
a uno arbore, come solie fare nezessità de suo corpo.
Al
avenimento del quale una zigalla, che la note sta-
va in questo arbore spesso, cantava. Alora chol’erba
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ch’ avia facta,
perché el re non se na vedesse, s’apressò al
re. Et pigliò lo et per forza s’
el misse inanzi el caval-
lo et a suo dispeto lo richò a Roma et presentò lo al se-
nato. Et chussi liberò Roma,
è però fo
facto quello
cha-
vallo
. Ancho è in Roma, che apare di grando lavore-
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rio le milizie, dove stavano li chavaglieri de la mili-
zia Romana. Et per tanto qui fassi fine per aver nara-
to tutto per ordene a laude del omnipotente Dio.
FINIS
MCCCCLXXX IN
VENEZIA